mercoledì 7 novembre 2018

Il richiamo del neonato:la sua voce.

#mammHulksiracconta
#post47.0






"Lascialo piangere. Così impara."

Questa la frase che ho sentito uscire dalla bocca di una mamma,verso una neomamma.

Beh. Ci sono varie teorie sul da farsi quando un neonato piange.
Di certo,quel che ho fatto io,personalmente,è stato ascoltare le richieste di mio figlio con il cuore e con quell'istinto di mamma che viene naturale.

Ma se tutto ciò non basta? Cosa fare?

"Il neonato utilizza il pianto come strumento comunicativo.
Piange se ha fame, se ha sonno, se ha mal di pancia, se ha bisogno di fare il ruttino.
Quindi lasciarlo piangere risulta stressante per il neonato che ha bisogno della persona che si prende cura di lui per essere aiutato a fronteggiare questi momenti."
Mi scrive Nicoletta.

"Perché ci sono neonati così tranquilli e neonati altrettanto irrequieti?" Chiedo a Patrizia.

"Molto viene dettato da come si svolge la gravidanza.
Ad una gravidanza portata avanti in maniera stressata,consegue un bambino che non si sente compreso.
Il pianto non è altro,da parte del bambino,che un richiamo della madre nell'essere presente."

Esserci. Prenderci cura di noi e dei nostri cuccioli.Ascoltare le loro richieste. 
Questi sono solo tre dei miliardi di compiti che scegliamo di prendere nel momento in cui accettiamo quelle due meravigliose lineette sul test.
Non solo una gravidanza ed un parto consapevole servono per far sì che il rapporto madre-figlio si crei e si consolidi in maniera armonica.
Serve una buona consapevolezza anche nel post-parto e nel puerperio.

Da quando sono mamma mi capita spesso di riflettere su quanto siano meravigliosi questi neonati.
Nove mesi al calduccio,nel ventre materno. E,ad un tratto,il mondo. Fuori. Freddo. Hanno paura. Ma sentono il calore della mamma e si calmano.
E,nonostante abbiano paura,si affidano completamente a noi.
E quando dico completamente è una parola fondamentale e da non sottovalutare.
Un neonato senza un cuore che lo scaldi,che lo cambi,che lo tenga ben pulito,che ci giochi,che lo culli,che pianga insieme a lui,che lo ami,come farebbe altrimenti?

Penso che la sola consapevolezza di questo sia utile alla riflessione di molte persone.

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