lunedì 25 maggio 2020

RAVIOLI GIAPPONESI

Ciao a tutti! Eccoci con una nuova ricetta votata sulle storie di instagram!


A grande richiesta
RAVIOLI GIAPPONESI

INGREDIENTI impasto
400gr di farina 0
200gr di farino di riso
200ml di acqua

INGREDIENTI Farcitura
1/2 verza (se piace poco va bene anche 1/3)
2 carote
1 zucchina
6 cucchiai di salsa di soia
350gr di carne di manzo
Pizzico di sale

PROCEDIMENTO
Con questi ingredienti escono almeno 35 ravioli.
Iniziamo col fare l'impasto mescolando in una ciotola capiente la farina di riso, la farina 0 e tutta l'acqua a temperatura ambiente. Impastare fino ad ottenere un panetto liscio e lasciarlo riposare coperto con canovaccio per circa 30 min.
Intanto, prepariamo la farcitura, tagliamo finemente le verdure (io ho usato un robot da cucina per avere un impasto più omogeneo).
A questo punto uniamo un pizzico di sale e Aggiungiamo la salsa di soia e la carne.

Arrivati a questo punto, stendiamo la nostra pasta su un tavolo di legno e infarimando il mattarello.
La pasta deve essere non sottilissima e creiamo dei dischi aiutandoci con i bordi di un bicchiere.

La chiusura del raviolo.
Posizioniamo il disco sulle nostre mani, mettiamo un cucchiaio di farcitura e chiudiamo per primo i lembi di pasta al centro. Dopo di che, creiamo delle pieghe andando verso un bordo e poi dall'altro lato ugualmente.
Trovate anche la videoricetta salvata su Instagram per vedere bene la chiusura.

Per cuocere i ravioli abbiamo bisogno di una pentola antiaderente bella grande. Mettiamo un filo d'olio al centro, posizioniamo i ravioli cercando di non sovrapporli, e Aggiungiamo 1 bicchiere intero di acqua.
Facciamo cuocere con coperchio chiuso per 7 min.
Alziamo il coperchio, li giriamo, Aggiungiamo salsa di soia, e mezzo bicchiere di acqua. Continuiamo la cottura per altri 5 min senza coperchio.

Ed ecco pronti i nostri ravioli giapponesi ❤️
Alla prossima ricetta,Simona
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sabato 23 maggio 2020

IL LUTTO PERINATALE: LA PERDITA DI UN FIGLIO

IL LUTTO PERINATALE: LA PERDITA DI UN FIGLIO

“Non sono stata in grado di offrire a mio figlio un culla accogliente e ora non c’è più”.

Ecco un’affermazione che, di recente, ho ascoltato da una mamma.
Molti potrebbero dirmi che ho usato un
termine errato perché la donna in questione non è una madre visto che il bimbo non c’è.
Invece io la definisco proprio così: una mamma.

Una mamma che ha amato il suo piccolo fin da quando ha ascoltato il cuoricino battere. Una mamma che ora non può abbracciare il suo bambino, non lo può allattare, non lo può cullare, non può cantare per lui le
ninne nanne, non può dimostrargli l’amore che prova.
Perdere il proprio figlio durante la gravidanza, durante il parto o dopo la nascita, lascia un segno indelebile
nella psiche e nel corpo della donna.

Si definisce con Lutto Perinatale la morte di un figlio che avviene tra la ventisettesima settimana di gestazione e i primi sette giorni di vita.
Molte donne non si sentono comprese perché quello che per gli altri era “solo” un embrione o un feto, per la mamma è un figlio! Spesso si sentono dire – a mo’ di rassicurazione – “Tranquilla, ne concepirai un altro!” ma “un altro” non sarà mai Lui!

Può accadere che in seguito a queste “rassicurazioni”, la donna si chiuda in se stessa e si rifugi nel ricordo e nel senso di colpa che le impediscono di elaborare la perdita del suo figlioletto.
Per la mamma, non conta a quante settimane di gestazione abbia perso il proprio bimbo: è un lutto.

Le donne che ho incontrato presso l’Associazione Salute & Benessere sono mamme tormentate dal senso di
colpa, molte si attribuiscono la responsabilità dell’aborto; in caso di aborto spontaneo ho sentito asserire
frasi come “Non sono stata a riposo” oppure “Sono andata in vacanza, invece di riposare” e , nel caso di
aborto terapeutico: “Non sono stata una buona mamma: non sono riuscita a far crescere in modo sano mio figlio”.
In quest’ultimo caso si sentono le uniche responsabili per le gravi condizioni mediche in cui verteva il
feto.

Una donna che ha perso il proprio figlio nel primo, secondo o terzo trimestre di gravidanza va supportata sia dalla famiglia che da professionisti.

I genitori possono affrontare in modo diverso la perdita del proprio figlio perché diverse sono le risorse individuali a disposizione per gestire l’evento luttuoso di cui sono protagonisti.
Pian piano i sensi di colpa si affievoliscono, si fa spazio al dolore, i pensieri e le emozioni diventano meno
intense e i genitori si concedono una nuova possibilità.

Dott.ssa Nicoletta Perilli
Psicologa Psicolterapeuta

lunedì 18 maggio 2020

POLPETTE DI RICOTTA AL SUGO - ALIMENTAZIONE SANA

Ciao a tutti! Eccoci con una nuova ricetta Light ma veramente gustosa e saziante 😋






Un monopiatto adatto sia a pranzo che a cena e soprattutto ricco di calcio per la donna in gravidanza e in fase di allattamento.

INGREDIENTI x 2 persone
250gr di ricotta (quella che si preferisce)
3 cucchiai di pan grattato
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
1 uovo
Origano e aglio in polvere q. B.

PROCEDIMENTO
Iniziamo con schiacciare la nostra ricotta e ridurla in purea all'interno di una ciotola. Uniamo l'uovo intero, il cucchiaio di olio e le spezie.
Mescoliamo e Aggiungiamo il pan grattato. Il composto deve risultare omogeneo e non troppo molliccio in modo da riuscire a creare delle palline.
Formiamo le palline e le immergiamo nel nostro sugo di pomodoro, precedentemente preparato, ultimiamo la cottura per 10 min.

Facili, veloci e super gustose😋
Alla prossima ricetta, Simona❤️

Dal lockdown alla fase 2... I consigli della nostra psicologa Nicoletta

#mammaHulksiracconta
#post61.0



Sono giá diversi giorni che siamo stati catapultati nella famosa "fase 2".

Le persone hanno reagito tutte in maniera diversa tra loro.
C'è chi è uscito subito,chi gradualmente,chi ancora non è uscito,chi ci prova ma proprio non ci riesce e chi non riesce,invece,a tornare a casa.
Ognuno di noi,durante la fase 1, ha perso qualcosa,e ,purtroppo anche qualcuno alle volte.
Ma ognuno di noi ha anche ritrovato qualcosa,come la propria individualitá,l'avere piú tempo per lavorare su di sè,su quello che,nella quotidianitá,si tende ad accantonare.

Il mondo degli adulti,pur se lentamente, sta ripartendo.
Ma ......In tutto ció......I bambini???

Io sono mamma.
In questi ultimi due mesi e mezzo io e Noah abbiamo oscillato,come credo tutti, da giorni buoni a giornate pessime.
Da momenti in cui si cercava di impiegare il tempo nel migliore dei modi,da mille lavoretti a giornate di maratone di Bing e canzoncine cantate a squarciagola per cacciare via la paura.
Da giornate passate a ridere a giornate di urla e pianti incessanti.
Ma comunque sempre e solo dentro casa.

I bambini si sono fidati di noi.
In realtá non hanno potuto fare altrimenti.
Non gli è stata data una scelta.
Gli è stato tolto tutto e subito.
Da un giorno all'altro non hanno piú avuto modo di vedere nessuno.
Parenti,nonni,amichetti,scuola,parchi,mare,nulla.
Il silenzio rotto solo dalla "macchina de signor robot" come la chiama Noah che ci urlava meccanicamente ogni ora di restare in casa.
Ogni bambino ha sicuramente affrontato la paura e lo sconforto,anche perchè,se c'è una cosa che accomuna tutti i bambini è proprio il "sentire" noi adulti.
Leggerci dentro.
Quindi tutte le nostre preoccupazioni sul come tenere i nostri cuccioli al sicuro e nel contempo potergli dare da mangiare (perchè per molte famiglie c'è stato anche questo) sono arrivate e arrivano anche a loro.

Ed ora?

Come affrontare nel migliore dei modi la fase 2?
Come cercare di renderla piú "leggera"?
Permettetemi il termine.

Come renderla accettabile agli occhi dei bambini?

Ho fatto due chiacchere con la psicologa dell'associazione ,Nicoletta, per chiederle uno spunto di riflessione in piú ed un confronto professionale e di competenza al riguardo.

"Durante la fase 1 del lockdown ci è stata tolta la libertà ma allo stesso tempo ci è stato dato modo di proteggerci.
Ora stiamo riconquistando i nostri spazi e la nostra “vita”.
Ma non è facile tornare da un momento all’altro alle abitudini dello scorso Marzo.

La paura di una possibile nuova ondata di contagio fa scattare negli individui quell’istinto di protezione che – nel corso dei millenni – ci ha permesso di non estinguerci.

Tuttavia come affrontare questa fase2?
Come riappropriarsi dei propri spazi nonostante la paura e  il sospetto che chiunque incontriamo, o che si avvicini ai nostri cari, possa trasmetterci il Covid-19?

Importanti sono le linee guida dell'Istituto Superiore della Sanità: mantenere il distanziamento sociale è fondamentale per non offrire terreno fertile al virus ed indossare la mascherina.
Tante mamme sono preoccupate del reinserimento sociale dei propri bimbi e sui limiti che dovranno imporre loro: non abbracciare un amichetto o un congiunto,ad esempio.

Mi è stato chiesto “Come posso riuscirci?”

L’atteggiamento di fronte a questa situazione è duplice in quanto c’è chi evita di uscire per non trovarsi nella situazione imbarazzante di fare da scudo al proprio figlio quando un conoscente cerca di avvicinarsi; c’è chi invece esce senza preoccuparsi e senza rispettare il distanziamento sociale che ci ha permesso di arginare la diffusione del virus.

È necessario e fondamentale ripartire emotivamente, psicologicamente, socialmente e lavorativamente.
In questa fase, suggerisco alle mamme di riprendere le uscite pian piano in orari in cui c’è poca gente in giro, di prediligere gli spazi aperti, di continuare a dare una struttura regolare alle giornate dei bambini e di insegnare loro a fermare le persone quando si avvicinano tramite il gioco.
Ad esempio “Ora usciamo e giochiamo al gioco della bolla di sapone: se qualcuno si avvicina, scoppia!”.
Sarà il bambino, deciso a vincere, a mantenere le distanze.

In un secondo momento – quando il distanziamento sarà un ricordo -  il gioco cambierà e la bolla proteggerà chi si avvicinerà.
Importante è lavorare e soffermarsi sulle emozioni che i bimbi provano.
Molti durante la fase 1 hanno mostrato rabbia, irrequietezza, tristezza, la loro routine è cambiata drasticamente; hanno ascoltato i telegiornali e i genitori parlare e confrontarsi sulla situazione, hanno visto molte immagini in tv, tutti i bambini sanno che c’è il Coronavirus e tutti hanno una teoria in merito. 
Parliamo con loro, chiediamo quali emozioni provano e spieghiamo il perché è possibile uscire ma non toccare gli altri: i  bambini hanno una notevole capacità di adattamento rispetto agli adulti."

Bene mamme,allora cerchiamo di ripartire al meglio.
E,per qualsiasi consiglio, Salute e Benessere c'è.
Sempre.

Grazie Nicoletta ❤️

domenica 10 maggio 2020

NEW YORK CHEESECAKE

Ciao a tutti!


Oggi una nuova ricetta per la festa della mamma🎉
La new York cheesecake 😍
Una ricetta americana! Adatta alla donna in gravidanza e in allattamento ma non light!

Alcuni accorgimenti sono stati fatti per renderla comunque meno pesante 💪❤️

INGREDIENTI
250gr di biscotti frollini o digestive
100ml di burro o olio di semi

500gr di formaggio spalmabile light
250gr yogurt bianco magro 50gr amido di mais o farina 2 uova
80gr di zucchero

Topping:
150gr di cioccolato fondente
100ml di latte scremato
1 cucchiaio di zucchero

Pinoli, granella di nocciole o granella di pistacchi q. B.

PROCEDIMENTO
Per prima cosa tritiamo i biscotti finemente con il nostro mixer e li mescoliamo con 100ml di burro fuso. Una volta amalgamati, iniziamo a foderare il nostro contenitore della cheesecake. Io ho utilizzato un recipiente con una apertura laterale adatta alla cheesecake e ho foderato solo la parte inferiore con la carta forno.
Stendiamo i biscotti sia nella parte inferiore che ai bordi del contenitore e riponiamo tutto in frigo per 30 min.

Intanto, prepariamo la crema, uniamo 500gr di formaggio spalmabile, 250gr di yogurt,amido di mais, 80gr di zucchero, 2 uova. Mescoliamo fino a quando il formaggio non sarà completamente amalgamato.

Passati i 30 min possiamo mettere la crema sui biscotti.

Inforniamo a 160°C per 60 min e successivamente a 170°C per 15 min.
Dopo di che facciamo raffreddare la cheesecake.

PER IL TOPPING:
La farcitura sulla cheesecake è facoltativa può essere con frutta o al cioccolato. Nel mio caso, per prima cosa ho preparato la glassa al cioccolato.
In un pentolino metto 2 cucchiai di acqua e 1 cucchiaio di zucchero fino ad arrivare a bollore dello stesso. Aggiungo, poi, 100ml di latte e appena sfiora il bollore inserisco i 150gr di cioccolato fondente, precedentemente tagliato a cubetti.
Mescoliamo fino a creare una crema liscia.

Una volta che anche la crema è raffreddata, ho decorato la torta mettendo sulla glassa pinoli e granella di nocciole e/o pistacchi.

Facciamo riposare in frigo per 2 ore.

La New York cheesecake è pronta!!
Alla prossima ricetta Simona ❤️